Casa Pop Art

  • Divano ad angolo in pelle nera di Cierre
  • Tappeto “Marlene” in pelle bovina, finitura in cavallino, in forma animale con macro disegno stampato, realizzato al laser sulla pelle intera.
  • Brick 68 è una madia firmata da Paola Navone per Gervasoni. Mobile contenitore in noce con tre ante in pelle, due ripiani interni regolabili. Piedi in noce con terminale verniciato grigio alluminio.
  • Poltrona monoblocco “Nemo” di Driade, disegnata da Fabio Novembre nel 2009. È una scultura in polietilene di dimensioni importanti con la forma di un volto umano dalle linee classiche.
  • Lampada “Arco” della Flos, progettata da Pier Giacomo Castiglioni e Achille Castiglioni nel 1962, ha una base in marmo bianco di Carrara.
  • “Le Zarine”, tenda in metallo satinato di Cristiano Iacobino.
  • Vetrina di cristallo curvato “Palladio” di Fiam.
  • Sedie Kartell “Le Marie” in policarbonato in stampo unico trasparente, impilabile, color viola.
  • Tavolo anni ’70, attribuito a Willy Rizzo, rivisitato.
  • Mobile anni ’40 di faggio con ante decorate, rivisitato.
  • Specchiera anni ’50 con luci, rivisitata.
  • Console liberty con decori in oro zecchino
  • Manichini d’epoca firmati ROSA MILANO 1932
  • Lampade da tavolo Kartell “Battery-Cristallo”, realizzata in PMMA (polimero termoplastico estremamente trasparente, resistente ai graffi), designer Ferruccio Laviani nel 2015, ricaricabile con USB, quindi facilmente spostabile.
  • Chaise Longue di Le Corbusier, con vello in cavallino, d’epoca (presentata a Parigi nel 1929 al “Salon d’Automne des Artistes Décorateurs” ed utilizzata la prima volta nella Villa Church a Ville-d’Avray).

Salotto

Il “salone” è per sua natura un luogo di aggregazione e di convivialità.

Non è più concepito come solo luogo di conversazione, come avveniva negli anni ’50-’60, dove erano ben distinti l’ambiente conversazione dall’ambiente pranzo.

Nelle case di oggi si cercano di creare ambienti unici, aperti, che includano tutta l’area giorno, che vadano dalla cucina, all’area pranzo, all’area salotto vero e proprio.

Il perché di tali curvature di pensiero è, secondo me, legato a due semplici motivazioni: l’una è per i costi elevati degli immobili, l’altra per la caduta di alcuni formalismi oramai superati dalla società attuale. Oggi una padrona di casa è orgogliosa dei piatti da lei confezionati, lascia a vista le pentole fumanti e non chiede l’ausilio della cameriera per servire gli ospiti. Quindi l’avere tutto a portata di mano, diventa fonte di convivialità e di condivisione. Tra una risata e l’altra, si passa dallo stappare una bottiglia di vino rosso da far decantare, al lasciar sbirciare l’ospite curioso, che vuole scoprire i segreti di una ricetta succulenta.

Da qui la necessità di pensare e creare spazi unici, gli open space, cioè lo spazio pubblico della dimora, dove si possono condividere esperienze comuni con gli ospiti.

La scelta di AngelsDesign nella casa Pop Art, non è stata così netta, perché lo spazio a disposizione vi era in abbondanza, trattandosi di una ristrutturazione di un alloggio anni ’70, con ambienti ben separati ed ampi. Si è scelto di creare un ambiente unico: sala da pranzo e salotto e una cucina abitabile e adiacente a tale locale, isolabile con delle porte a vetro scorrevoli, ma con affaccio sul salotto. L’ingresso di tipo tradizionale è diventato parte integrante del salotto ed è elemento di unione con la cucina.

I colori e gli arredi sono stati poi l’elemento distintivo di questa ristrutturazione. Le scelte sono nate dal piacere di circondarsi di mobili di design e di rallegrare le pareti con quadri e colori.