Dicono di noi
Una recensione di Michele di Leo
Una recensione di Michele di Leo
AngelsDesign operano in una dimensione artistica che richiama i momenti più significativi della storicità artistica contemporanea.
Nel corso degli ultimi decenni i lavori realizzati a quattro mani implicano l’importanza di una espressività che già si riscontra nella Body Art con Gilbert & George. (Dalle loro performance sino ad oggi con opere pittoriche e serigrafie). Negli anni sessanta il cinema americano propone la figura di Batman. Batman è il simbolo della lotta tra il bene e il male. L’arte degli anni sessanta con la sua espressività si rivolge alle masse popolari, qui proponendo i contrasti ideologici e scontri di classe che conducono alle dinamiche di contestazione del sessantotto (lotta tra il bene e il male…). In tale periodo le politiche di tendenza proletaria si oppongono ai sistemi capitalistici reclamando l’uguaglianza sociale e il rispetto dei diritti umani. Tipico diviene il fronteggiamento alle dittature, al consumismo sfrenato, all’antimilitarismo ecc.
In tale periodo, specie la Pop Art, con il capostipite Andy Warhol parla della società americana e pone in evidenza i personaggi divenuti mitici per il popolo, in quanto proponeva modelli che facevano sognare e sperare di diventare come loro. Warhol si riferisce in particolar modo a Elvis Presley e Marilyn Monroe. Nel contesto tratta Mao Tse-tung come simbolo di una tendenza popolare/cinese e la Coca Cola, simbolo del consumismo americano. Questi personaggi, attraverso le serigrafie di Warhol, sono proposti in serie sino all’esasperazione. Nell’arco dello stesso periodo lascia un’impronta artistica importante anche Gina Pane, che evidenzia l’esasperazione della violenza perpetrata a svantaggio delle donne. L’artista in una particolare performance si conficca nella carne delle spine di rose (l’autoviolenza che supera la violenza diretta …).
“Il duo” AngelsDesign si pone sulla stessa sintonia delle suddette tendenze, si avvicinano alla Pop Art, non come imitazione, ma come ripristino di alcuni valori di base inseriti in una fase estetica attuale.
Le loro opere parlano della donna oggetto, per quanto la donna oggetto è l’emblema dell’abuso del debole sul forte (qui subentra Batman …). Contestualmente la donna è anche l’oggetto che scatena il marchingegno maligno della fantasia erotica maschile che cerca l’oggetto e non la donna… I loro manichini femminili sono l’esito ironico e tragico del lavoro quotidiano come femmine per poi essere donne attraenti ma senza le teste perché non devono pensare… Devono essere macchine, macchine e ancora macchine a disposizione dell’erotismo dell’uomo come da precedente marchingegno e dopo, essere lavastoviglie, lavatrici, aspirapolveri ecc., per poi divenire ancora delle belle puttane private, come loro recitano. Le belle puttane, così come segnalano, sono spesso candidate a vittime del femminicidio (la sega circolare, presente in una loro opera, parla…). Poi parlano le corde che catturano e imprigionano le donne prede di colore destinate al lavoro nero, ancora più nero della loro pelle e ancora più nero del loro razzismo e schiavitù. Se si pensa che costoro, per una vita migliore, per esistere come esseri umani sfidano il destino e la morte per morire poi da vivi … Il loro formalismo espressivo diviene una preghiera, quasi un atto di dolore dedicato all’umanità che soffre, talvolta figli di un dio minore …
Michele Di Leo nasce a Bari il 9 agosto 1955, studia al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Bari. Successivamente consegue la Laurea Specialistica in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo e si specializza in Pedagogie e Didattica di carattere clinico e in Psicologia delle Comunicazioni Sociali.
Abilitato in Discipline Pittoriche, Disegno e Storia dell’Arte, Pittura Decorativa e Scenografica. Attualmente è titolare di cattedra presso il Liceo Artistico De Nittis di Bari. Le sue opere risultano presenti in diverse collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.